Così l”unità d”Italia si legò indissolubilmente alla casa Savoia, escludendo dalla scena i repubblicani ed i federalisti, i quali avrebbero potuto dare alla nascita della Nazione un”impronta più giusta e conforme alle diverse necessità e culture di un popolo rimasto diviso politicamente per oltre tredici secoli. Probabilmente da ciò sarebbero nati governi e leggi più sensibili ai bisogni delle classi sociali più svantaggiate e delle zone più povere. Ma non fu così. L”Italia dei Savoia nacque non come unione, ma come conquista di un altro territorio e di un altro popolo a cui imporre le proprie leggi e le proprie tasse. Il peso economico delle guerre fu scaricato sulle classi più povere e sul sud, nel quale fallirono quasi tutte le imprese industriali, poiché, nel contesto della politica liberista del governo di Torino, non riuscirono a competere con le industrie del nord e dell”Europa centrale. Chiusero arsenali, fabbriche téssili e di altro genere, mentre ampie porzioni di campagne venivano abbandonate per lo svolgersi della guerra civile e per l”istituzione della leva, sprofondando nella più nera miseria tutto il sud. Da qui nacque la questione meridionale, trasformando il meridione nella zavorra d”Italia.
” ….Alla folla invisibile nelle tenebre annunziò che a Donnafugata il Plebiscito aveva dato questi risultati: Iscritti 515; votanti 512; Si 512, No zero. Eppure Ciccio Tumeo assicura: “Io, Eccellenza, avevo votato No. E quei porci in municipio s”inghiottono la mia opinione, la masticano e poi la cacano via, trasformata come vogliono loro. Io ho detto nero e loro mi fanno dire bianco!”. (passo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo Gattopardo).
D’altronde cosa si può pretendere da uno stato voluto dal casato dei tiranni savoia che si sono inventati l’italia costruito a colpi di cannone di congiure e intrighi di corte. Da un rinnegato come vittorio emenuele II padre di questa italieta, cosa poteva nascere se non lo stato dell’italia attuale. Una conquista militare bell’e buona, altro che entusiastico plebiscito raccontato dagli ineffabili libri scolastici. Cui peraltro partecipò solo il due per cento degli abitanti delle Due Sicilie. Proprietari terrieri in testa, baroni feudali preoccupati solo di non perdere le loro ricchezze e di allearsi con la borghesia industriale del Nord per «cambiare qualcosa affinché non cambiasse nulla». Disegnarono il territorio del Sud non tenendo conto della geografia ma della necessità dei loro prefetti di dividerlo per dominarlo meglio. E disegnarono i collegi elettorali per dare al Sud una rappresentanza minore in Parlamento rispetto al Nord. L’Italia unita era già in partenza un’Italia del Nord. Ovvio che pensassero anzitutto ai loro interessi, con la complicità degli «utili idioti» del Sud. Ogni decisione economica presa da allora a oggi ha favorito il Nord danneggiando il Sud. Così i meridionali, se non erano più briganti, diventarono emigranti. E fino ai nostri giorni, quando sono partiti contadini e arrivati terroni. E ogni volta che il Sud si arrabbiava, si faceva una legge speciale: 1892, 1904, 1908, 1920, 1950. Che non risolveva nulla, se le leggi non speciali poi andavano in altra direzione. Non si può però continuare a glorificare quegli eventi che costituirono una semplice e pura conquista militare, con tutte le conseguenze negative di una operazione del genere sul popolo conquistato, ripetendo le stesse menzogne che sono state insegnate e divulgate tenendo ben nascosta la verità : “don Ciccio Tumeo” lo dice chiaro e tondo che voleva dire no e lo avevano obbligato a dire si , le repressioni violente con arresti, carcerazioni, fucilazioni senza processo o su semplice decisione di un qualunque caporale piemontese, il furto a carico del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli, la leva militare obbligatoria, la confisca dei beni ecclesiastici con danno per le classi disagiate, lo spostamento del baricentro economico, commerciale, industriale verso il nord e ancora tante e tante cose che si possono ormai agevolmente leggere nelle tante pubblicazioni in merito oggi esistenti. Nel momento in cui era proclamato Re Vittorio Emanuele II (e non I) aveva la maggior parte del Sud in preda a totale ribellione con quelle bande formate per lo più da ex soldati del vecchio esercito e da uomini e donne,di ogni grado e categoria sociale che non avevano alcuna intenzione di assoggettarsi a questo sovrano che parlava francese e che furono definite brigantesche con intento diffamatorio .
A questo punto si può continuare ancora a lungo evidenziando fatti e cose che dimostrano la manipolazione della storia a senso unico effettuata dal potere vincente dell’epoca e non credo che ci possa essere obiezione in proposito, a meno che non si voglia continuare ostinatamente a negare il vero .
