La storia è uno strumento di ricerca per una continuità, un mezzo che attraverso la memoria storica definisce la coscienza di ciò che è accaduto al fine di interpretare ciò che è. Avere una memoria storica costituisce un obiettivo per una società attanagliata da un paradosso: il dovere dimenticare ciò che è stato. Senza memoria storica, una comunità rischia di perdere e smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile. Intatti, il filosofo Nietzsche in una sua opera, consapevole dell’importanza di essere in grado di percepire il valore del passato e di quanto è avvenuto nella storia umana, ha individuato tre figure fondamentali della memoria: la memoria monumentale, che si nutre di retorica, la memoria antiquaria, che si compiace di rievocare la grandezza di quanto è stato, la memoria critica, che è in grado di selezionare e discernere i ricordi in base ad un atteggiamento rivolto a capire la vicenda umana, per come si è sviluppata lungo i secoli. Coltivare la memoria critica significa e comporta il dovere di ricordare e trovare una continuità con ciò che è avvenuto, cercando così di trasporre nella prassi la definizione degli antichi di “storia maestra di vita”. Ma il male commesso non può essere cancellato!